IL MONDO ANTICO IN ATTESA DELLA I° OLIMPIADE

L’inizio dell’VIII secolo a.C, non riserva particolari stimoli narrativi degni di essere trasferiti nella nostra avventura, infatti, nei primi decenni compaiono personaggi iniqui e privi di esuberanza, fin troppo normali.

Giusto perché ne abbiate contezza e pietà, annotiamo qualche nome “illustre”, senza fama e senza lode comparso su questa terra.

In Lidia regna un certo tipo di nome Ardis dedito ai falò, il Re di Urartu era Argishti I e in egitto è faraone Shoshenq IV e non si sa neppure come lo sia diventato ma sicuramente non per diritto ereditario, dopo di lui fu faraone Pimay e anche di lui poco o nulla si sa o, magari, è meglio non sapere.

Il Re di Israele era Geroboamo II e il Re del vicino regno di Giuda era Ozia, un uomo pieno di iniziativa e di cui nulla è arrivato ai nostri orecchi… commento ironico visto il nome che portava.

Babilonia ritrova l’indipendenza dagli assiri il cui Re, Salmanassar IV, non riesce a tenere insieme il regno e in Cina registriamo la caduta della dinastia Zhou occidentale, abbattuta dagli invasori barbari che fra l’altro conquistano e saccheggiano la capitale Hao.

In questa triste e noiosa situazione, senza grandi personaggi e con poche illusioni sul futuro, ecco che con un colpo di reni, un popolo ti inventa la prima olimpiade… cioè una serie di giochi per capire chi fosse il più bravo in quel momento… siamo nel 776 a.C. data che sembrava fosse una data qualunque e invece rimarrà fissa nella memoria storica dell’umanità.

Questa manifestazione che poi si svolgerà con cadenza quadriennale, ha luogo ad Olimpia, in Grecia e vi parteciparono prevalentemente atleti e personaggi delle varie componenti popolari dell’antica Grecia, ma anche dai vicini popoli.

La tradizione vuole che durante il periodo della olimpiadi venissero sospese tutte le diatribe politiche e le guerre in corso, una sorta di tregua che, nonostante la litigiosità dei popoli, veniva incredibilmente rispettata.

Intanto in Egitto regna il faraone Sheshonq V, figlio di Pimay, governò ben 37 anni senza lasciare un gran segno della sua presenza, anzi, lo si ricorda perché durante il suo regno permise ad un principe locale di nome Osorkon di Sais di rendersi indipendente e di gestire in modo autonomo una vasta zona del delta occidentale del Nilo; questo fatto fu la premessa per la nascita di una nuova dinastia.

Intanto anche in Assiria, sotto la reggenza di Assur-dan III, le cui politiche particolarmente “assur-de” portano alla nascita di intrighi e congiure di palazzo, si nota una lenta decadenza del potere del Re.

Perciò dobbiamo registrare nel primo quarto di questo secolo che i regni storici, tradizionali, vanno in crisi e con loro la centralità dei popoli e delle culture mediorientali a favore di quello greco.

D’altra parte, anche dai nostri racconti si evince quanto noiosi e ripetitivi siano diventati questi popoli e quanto, invece, originale e vivace sia il neonato mondo greco.

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