
Dopo un periodo di divisione e di sudditanza verso gli Hyksos anche per il mondo egizio è il momento della riscossa, della rinascita e a personalizzare questo momento è proprio un faraone, il faraone Kamose.
fratello di Ta’o che dal nome stesso se ne intuisce la discendenza asiatica e che pertanto non poteva che essere fratello solo da parte di madre ma non certo di padre, perciò ne conseguono diverse riflessioni sulla rettitudine materna.
Kamose è ricordato come uno dei principali artefici della riscossa egizia dal dominio degli hyksos e da quanto risulta dai “giornali” dell’epoca, i dignitari di corte, dei fifoni pusillanimi, non erano concordi con il sovrano sulla circostanza di attaccare il nord e cercavano di annacquare le dichiarazioni bellicose del faraone per paura di entrare in conflitto con il nord; del resto era un atteggiamento normale per i tradizionali polli.
Kamose, dal canto suo, si lasciava andare in affermazioni chiaramente provocatorie sentendosi il vero e unico faraone d’Egitto, diceva: “…Io vorrei sapere perché sono il faraone di una sola parte del pollaio e le altre parti sono governate da copioni che al massimo possono sembrare dei tacchini ma non certo dei faraoni, sono stufo di sentirmi un faraone di serie B.”
Ovvviamente tutti a dargli ragione e a confortarlo nel considerarlo l’unico e vero faraone D.o.p. D.o.c. e tante altre sigle che non convincevano in alcun modo Kamose.
Iniziarono pertanto delle guerre fra Kamose e i principi dell’alto Egitto che erano sottomessi agli Hyksos.
Questi principi, in ottemperanza ai dettami dei loro protettori, non si difesero molto ma mandarono degli sos, come da tradizione, senza avere nulla in risposta, come se gli Hyksos avessero dimenticato la loro natura, anche loro si erano rammolliti.
Kamose capì il dettaglio della loro debolezza e riuscì a sconfiggerli tutti, riconquistando gran parte dell’Egitto, eccetto Avaris; la capitale degli Hyksos che, però, resisteva e per questo egli non potè passare alla storia come colui che riunificò l’Egitto, ma ci andò vicino.
Alla sua morte divenne Faraona la madre Ahhotep, il cui nome significava “possa la luna essere soddisfatta”, che dà l’idea di una persona lunatica che doveva essere soddisfatta per evitare di incorrere nelle sue ire.
Ella fu una grande estimatrice di gioielli e conosciuta a quel tempo per le sue mani bucate, infatti durante la sua reggenza, rimase per ben 10 anni sul trono, in quanto il figlio, legittimo erede, di nome Ahmose, era minorenne; Ella spese in gioielli una fortuna, tanto che quando il figlio diventò maggiorenne furono i tesorieri del regno ad affrettarsi a ricordare che doveva abbandonare il trono e questo fece molto bene alla finanza del tempo.