
Non c’è da stupirsi se nel panorama dei popoli stressati di questa epoca capiti che, dopo innumerevoli peripezie, qualcuno possa anche entrare in una specie di coma dell’intelligenza e trasformarsi in un popolo sostanzialmente ottuso.
Questo sembra proprio che sia accaduto agli Ittiti, prima emarginati, governati da Re “particolari” ed infine divenuti saccheggiatori senza pietà e senza scopo.
Un curriculum penoso che ha portato questo popolo nel 1650 a.C. a riconoscersi in tale condizione e che per poter far conoscere al mondo la propria situazione mentale, elesse il proprio Re con il nome di Hattusil I, che tradotto significa “il primo degli ottusi “, di cui parleremo più diffusamente la prossima volta.
HATTUSA: UNA CAPITALE SU MISURA
Da un Re con tale nome non ci si poteva attendere che la conferma del suo significato.
Ciò avvenne quasi subito, quando il Re impose il trasferimento della capitale del regno in una nuova città fatta erigere per consacrare al mondo e ai posteri le “virtù” intellettuali contemporanee.
La città non poteva che chiamarsi Hattusa, ovvero, “ottusa”.
La particolarità di una città ottusa dalle sue fondamenta è visibile nella stagnazione di ogni evoluzione, persino nel linguaggio ma, peggio, anche nelle semplici discussioni.
Ognuno rimane del proprio parere, perché non è abilitato a comprendere l’altro.
Le discussioni o finiscono a botte, oppure non hanno proprio fine.
Sembra che il gotha della scienza si fosse riunito in assemblea permanente per scoprire il motivo per il quale uno più uno dovesse fare due; non ci è dato di sapere se in qualche angolo remoto dell’aldilà, tali figuri, stiano ancora discutendo.