LA VITA NELL’ANTICO EGITTO

Considerato il caos istituzionale che si è creato nella terra dell’antico Egitto ci troviamo a gironzolare per le città e con l’occasione possiamo raccontarvi alcune curiosità di vita della società egiziana.

Le stagioni, per esempio, erano determinate dalle piene del Nilo che per la verità era un poco capriccioso e poco preciso, perciò gli egiziani avevano calcolato, per non sbagliare e a grandi linee, tre stagioni, la prima Akhet, ovvero inondazione, che andava da luglio a novembre, dove era meglio non farsi trovare intorno le rive e tantomeno soggiornarci perchè si rischiava di annegare … cosa che puntualmente capitava agli stranieri e ai turisti inconsapevoli, la seconda Peret, ovvero uscita, che andava da novembre a marzo e di solito la si utilizzava per la semina anche se il nome dato lascia pensare più ad una stagione dove si lasciavano andare a fumi strani, cioè si facevano tante peret … la terza, che andava da marzo a luglio era chiamata Shemu, che letteralmente dovrebbe essere l’estate, ma qui ci fermiamo in riflessione perchè evidentemente il nome non era a caso e crediamo volesse identificare un periodo di lascivi comportamenti estemporanei di molti cittadini e perciò veniva chiamato il tempo degli Shemi.

La condizione della donna ci appare alquanto apparentemente evoluta, i matrimoni erano solo per amore o interesse (soprattutto delle donne) e i beni erano separati, non ci risulta che si dovevano fare riti particolari ne religiosi ne civili e se poi i due non andavano più daccordo ognuno tornava a casa propria … messa così sembra tutto semplice e lineare ma sono i dettagli che contano, infatti se una donna era sterile, cosa non facile da dimostrare, poteva essere cacciata ma gli veniva data una buonuscita e per questo si dice che il tasso di sterilità era molto alto, ma se tradiva oltre ad essere cacciata doveva anche indennizzare il marito, anche viceversa naturalmente, ma chissà perchè toccava sempre alle donne … infatti agli uomini era concesso di avere almeno una concubina e ai benestanti era concesso anche di avere un harem, mentre la moglie era sempre una sola … ovvio che gli uomini finivano per non tradire mai.

Questo non valeva per i faraoni che, in genere, a parte gli sfigati, avevano più di una moglie, garantita dalla necessità di avere eredi, e il loro harem era di dimensioni … faraoniche appunto.

Dentro l’harem dei faraoni succedeva di tutto, traffici, delitti, atti di bullismo, tradimenti, congiure e complotti, insomma un posticino tranquillo dove convivere con le vipere e i coccodrilli era una prassi normale, buona solo a donne (scusate il termine non elegante) con le palle e peli sullo stomaco … anche se in realtà, per capirci, quelle che lo frequentavano erano tutte degne di una sfilata di moda.

Chi dice che sono i tedeschi gli amanti della birra non conosce l’antico Egitto dove praticamente vivevano di birra considerata la bevanda che il Dio Ra ha regalato agli uomini e pertanto non si poteva far arrabbiare il Dio Ra rifiutandola.

Per far contento il Dio Ra, naturalmente, si iniziava a somministrarla fin dai poppanti insieme al latte materno, magari con un po’ di miele, ma veniva usata anche per curarsi e persino contro i morsi degli scorpioni e poco importa se gli esiti non erano mai benevoli ma loro avevano fatto tutto quello che si poteva … e il Dio Ra era soddisfatto.

Anche alla morte vi era la birra, infatti prima della imbalsamazioni si veniva immersi nella birra, loro dicevano per purificare il corpo, noi pensiamo per fare un ultima ubriacatura prima dell’eternità, i sacerdoti della cerimonia funebre infatti bevevano birra durante la cerimonia e in modo beffardo la offrivano anche al defunto.

Possiamo fermarci qui … anche perchè dobbiamo rimetterci in cammino, credo che comunque possa bastare …

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