
Figlio di Sennacherib, salì al trono dopo l’assassinio del padre, benché fosse l’ultimo dei figli.
Questo particolare porta a considerare l’importanza della moglie di Sennacherib che non solo non venne travolta dalla congiura contro il marito, forse anche lei ne fu partecipe, ma godeva, evidentemente, di una grande reputazione, perché si schierò apertamente per il figlio più piccolo in contrapposizione alle tradizioni che volevano i primogeniti come eredi naturali.
Infatti, i fratelli non presero bene tale decisione e per molti anni fecero guerra al fratellino usurpatore, che peraltro ne uscì vincitore.
Mentre, a corte, avvenivano queste turbolenze, forse per distanziarsi dal padre o forse per un senso di riparazione, egli fece ricostruire Babilonia e tutte le città che il padre rase al suolo.
Questo fatto gli consentì di riappacificare con il popolo il buon nome della sua dinastia.
Ciò nonostante l’attività militare fu comunque intensa, ma soprattutto, venuto a conoscenza delle trame ordite dal faraone egiziano contro suo padre, volle vendicarsi e invase, con il suo potente esercito Assiro, l’Egitto, fino ad arrivare a saccheggiare la città di Menfi per, poi, fermarsi senza dare al faraone la botta finale.
Quando, però, rientrò in patria, gli egiziani si ripresero le loro terre.
Alla sua morte, la madre, ancora in vita ed evidentemente più potente che mai, non perse il vizio di nominare il più giovane dei figli del re alla sua successione, ovvero il nipotino, Assurbanipal, ma memore della sua travagliata storia familiare nominò l’altro figlio del defunto re, a capo del regno di Babilonia, accontentando un po’ tutti ed evitando ulteriori guerre fratricide, che in ogni caso, come vedremo in seguito, non mancheranno.