
Conosciuto nella storia come Re della Lidia, intorno al 733 a.C. è protagonista di una imbarazzante storia perpetrata fra le mura del palazzo reale.
I giornali scandalistici dell’epoca narrano che questo Re era ossessionato dalla necessità di far conoscere e vantarsi della bellezza della moglie che evidentemente ne aveva tutte le caratteristiche.
Questa ossessione lo portò a vantarsene spesso con la sua guardia del corpo di nome Gige che, per un senso di pudore e di imbarazzo, non faceva commenti quando il suo Re, vantandosi della bellezza della moglie, gli dettagliava oltremodo ogni fattezza del corpo della moglie, che non dimentichiamo era anche la sua regina.
Il Re, ad un certo punto, non avendo reazioni dalla sua fidata guardia, pensò che forse non credeva alle sue dettagliate descrizioni e perciò disse a Gige: “se non credi ai tuoi orecchi crederai ai tuoi occhi”, invitandolo a vedere la sua moglie completamente nuda.
Gige, che in fondo era un povero uomo di onorata morale, si rifiutò di accettare tale invito, non volendo disonorare la regina, ma dato che il Re insisteva, egli temeva anche quello che poteva fargli continuando a rifiutare un suo desiderio.
Tormentato da questa scelta si decise ad obbedire e allora il Re preparò un piano per fare in modo che Gige potesse vedere la moglie mentre si spogliava nella camera da letto senza farsi vedere.
Così lo fece nascondere dietro una porta nella camera da letto e, secondo il piano, quando la regina gli avrebbe voltato le spalle egli doveva allontanarsi.
Quella notte, Gige, nascosto dietro una porta della camera da letto della regina vide la stessa che si spogliava per andare a letto e potè notare con i suoi occhi la nuda bellezza della moglie del Re, ma non tutto filò liscio e la regina si accorse di Gige che si stava allontanando, irritata e confusa, al momento non disse nulla ma capì subito che si trattava di un tradimento disonorevole perpetrato dal marito e nel silenzio preparò la sua vendetta.
Il giorno dopo la regina convocò Gige nella sua stanza, ignaro che la regina lo avesse scoperto la sera prima e perciò, come sempre, solerte, egli si recò nella sua stanza.
La regina, dopo avergli detto che lo aveva visto, mentre il povero Gige era diventato paonazzo, gli pose questa insana scelta: Per sanare il disonore di averla vista nuda e in conseguenza di ciò di aver avuto chissà quali pensieri… (non è difficile immaginare l’insieme delle affermazioni, soprattutto se pensiamo che effettivamente la donna fosse molto bella e che per una povera guardia tale visione era del tutto unica e irripetibile, poi, in fondo, pare che Gige fosse anche un bel giovane robusto e ben dotato), la regina gli disse “ o uccidi il Re nonché mio marito e avrai me e il suo regno così potrai vedermi nuda quando ti pare, oppure ti uccidi seduta stante perché non sia mai detto che possano esistere due uomini a corte che la possono vedere nuda.
Gige supplicò la regina di cambiare idea ma quella non desisteva e, allora, Gige scelse di vivere e uccise il Re con il risultato che sposò la regina e diventò il nuovo Re della Lidia.
Più che un racconto di storia sembra essere la trama di un film a luci rosse, tale Gige, peraltro, facendo quella scelta, fece finta di nascondersi dietro l’istinto di sopravvivenza ma in realtà non vedeva l’ora di prendersi tale bellezza e del resto, anche lei, evidentemente stufa di un marito così psichiatramente malato, non vedeva l’ora di rinfrescare il suo istinto con un bel ragazzone come Gige.
Tutta questa vicenda non rimane relegata al quel tempo ma il vizietto psichiatrico del Re Candaule divenne una paranoia studiata e conosciuta, ancora oggi, con il nome di candaulismo dato alla pratica sessuale di esporre le nudità del partner.