
Le vicende della storia non sempre hanno un filo conduttore, così può capitare che le cronache del tempo possano sembrare noiose e sommarie.
Con questo spirito ci avviciniamo al 1100 a.C. e in Egitto governa, si fa per dire, Ramesse IX che non fu da meno con i suoi predecessori in quanto ad opacità e in una situazione di continua crisi e precarietà dovette ingaggiare mercenari libici per gestire le rivolte e tali mercenari non erano certamente dei gentleman, del resto gli immigrati libici diventarono molto numerosi e la popolazione autoctona iniziò a reagire in maniera poco tollerante (certe cose non cambiano mai nel tempo).
Inoltre fu un periodo di vera carestia tanto che divennero una moda i furti nelle necropoli reali, una pratica che dura ancora oggi.
Le cronache egiziane, a quel tempo, non avendo grandi spunti dai propri regnanti, raccontano le gesta dei possenti vicini, non senza una punta d’invidia.
Così si narra che nel 1115 a.C. un Birraio di nome Tiglath-Pileser si improvvisò come condottiero e conquistatore, fece in un boccone tutti i popoli della mesopotamia e persino di ciò che rimaneva dei fenici e degli assiri, minacciando persino Babilonia.
Non si sa che fine abbia fatto, ma certamente non deve essere stata una bella fine visto che ad un certo punto su di lui cala l’oblio della Storia.
A conferma che questo periodo fu piuttosto inconsueto, registriamo che in Egitto un gran sacerdote tebano di Amon si fece ritrarre in un rilievo, per noi potrebbe sembrare nulla di eccezionale ma per quel tempo era un grave reato e un grande affronto al faraone, unico possibile modello che poteva essere ritratto o scolpito.
Questo gran sacerdote di nome Amenothep fece una brutta fine ma testimoniò quanto irriverente era il clero verso il faraone che, data la situazione, non era più considerato un “essere superiore”.
In questo contesto regna il faraone Ramesse X. Per riportare l’ordine venne chiesto aiuto al vicerè della Nubia che poi iniziò anche lui a comportarsi in modo autarchico e il faraone Ramesse XI dovette chiedere ad un generale di origine libica e mercenario di porre rimedio e scacciare il vicerè, ma anche lui, finito il lavoro, si comportò allo stesso modo.
Morale della favola, chi fa da sé fa per tre, ma se uno non conta niente, come i faraoni di questo tempo, tanto vale evitare di insistere e così l’Egitto si spezzò in due, una parte governata a fatica dal faraone e l’altra da tanti piccoli dignitari autarchici … pessimo decorso di una triste dinastia!
sono sempre simpatiche queste piccole perle di Storia, e mi piacerebbe leggere (o rileggere se l’ho mancata) la storia di Mosè in fuga dall’Egitto, l’apertura del mar Rosso ecc. La conosco in versione seriosa, ma mi piacerebbe leggere la vostra interpretazione.
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Leggi l’articolo … quello che non si dice su Mosè
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