
Anche l’antico Egitto ha la sua “quota rosa”, per la prima volta diviene faraone una donna.
All’età di dodici anni, quando il padre morì, gli toccò sposare il fratellastro per consentirgli di regnare e questo non gli andò proprio giù perché era lei la vera erede al trono.
Alla morte del fratellastro dovette fare la reggente al figliastro di suo marito, avuto con la seconda moglie, una ulteriore umiliazione che non seppe sopportare.
Gradualmente, senza scossoni né colpi di mano, cioè con la fredda intelligenza di chi ha davvero il senso del potere, nell’arco di sette anni passò dalla condizione di reggente a quella di faraone insediato formalmente con il crisma dell’ufficialità.
Una donna in carriera, anzi dalla sfolgorante carriera.
Per farsi nominare Faraona dovette escogitare un trucco, inscenando la commedia della sua nascita divina ad opera di Amon-Ra, grande dio del sole che con i suoi raggi illuminanti come un alieno aveva reso feconda la madre, gli credevano in pochi ma sottovoce la maggioranza era scettica se non addirittura ironica.
Comunque per tagliare la testa al toro, e si sa quanto il toro era adulato da queste parti, ella iniziò a farsi vedere in pubblico con vesti da uomo e un po’ dimessa, nonchè rozza e con la tipica barbetta del faraone, posticcia naturalmente, ma assai scenica, evidentemente questo era l’immaginario del maschio faraone che era nella tradizione visiva del periodo che non andava a beneficio dei precedenti Faraoni ma che era distintivo inequivocabile della figura del potente ma rozzo Faraone.
In realtà era una bellissima donna!
Di lei si parla molto, un’infinità di gossip ed è per questo che rimane nella memoria dell’antico Egitto come la più grande… Faraona e prima donna al potere.
Delle sue gesta, peraltro innumerevoli, si ricordano le leggi sull’edilizia, che la fanno passare per una “palazzinara” e sulla apertura delle frontiere che dà il via ad un periodo di libero scambio commerciale, molto florido.
Fra le altre cose, bizzarre, va ricordato un viaggio nel paese di Punt, vicino a Mes, dove era noto un grande outlet.
La faraona tornò a casa piena di acquisti, peraltro costosissimi, di oggetti d’ebano, zanne di elefante e incenso; di quest’ultimo ne divenne pazza e da allora ne fece un uso spropositato che faceva anche un poco sballare la corte a palazzo.
Fu così tanto amata che quando morì e, finalmente, salì al trono il figliastro, furono cancellate tutte le sue effigi e le sue tracce, per tentare di annullarne la memoria.
Se oggi ne stiamo ancora parlando ciò può voler dire due cose; l’operazione annullamento della memoria è fallita, oppure la faraona ne ha fatte talmente tante che divenne indimenticabile.