
Fra le prime comunità storiche vi fu una enorme rilevanza del ruolo esercitato dai corsi fluviali presso i quali si svilupparono ed ebbero origine alcune comunità.
Il fiume era il denominatore comune delle prime comunità degne di nota, ma questa constatazione apparentemente ovvia e credibile suscita, ancora oggi, fra gli esperti di merito e non, un dibattito infuocato e denso di polemiche laddove esponenti delle antichissime comunità montane mettono in discussione questa modalità e classificazione, rivendicando il ruolo di primogenitura fra le prime comunità che si distinsero e che, noi, neutrali sostenitori della ragione quando ci viene più conveniente, non abbiamo dato seguito perché prive di quella delicata fantasia che regge tutto il nostro sforzo narrativo. Perciò ci accingiamo a dissertare sulle prime comunità fluviali partendo proprio dalla descrizione dei fiumi che ne sono i protagonisti.
IL NILO
Geograficamente si sà dove sbuca ma non si sà dove nasce, infatti su questo punto se ne raccontano tante ma la verità non la sa nessuno. Una ardita teoria vuole che le acque del fiume seguano una corrente strana che dal mare va verso l’interno e secondo questa teoria, quindi si saprebbe da dove nasce (il mare) ma non dove sbuchi …
Il suo nome trae spunto dal suo scopritore che stava cercando il suo amico di nome Danilo, disperso nel deserto, la ricerca era risultata vana e le forze del nostro eroe stavano oramai venendo meno, tanto che dopo poco non riuscì più a chiamare il suo amico per intero, la voce spezzata iniziò a far mancare una lettera… e poi un’altra ancora fino a chiamarlo … Nilo.
Così fu che quando venne trovato esanime dagli indigeni, egli continuava a farfugliare quel nome … Nilo…Nilo…, essi pensarono che quella parola significasse acqua e lo portarono in riva ad un fiume, ma egli, oramai, colto da insolazione cerebrale, non si riprendeva, cosicché, per fargli piacere, da quel momento anche gli indigeni chiamarono quel fiume … Nilo!
IL TIGRI
Questo corso d’acqua prende il nome dai formaggini locali molto in voga, fatti con puro latte di felino. Si ritiene che nelle acque di questo fiume vi fossero residui importanti di latte felino lasciato dalle tigri neo-mamme che preferivano questi luoghi come ideali per il soggiorno del periodo post parto e allattamento.
L’EUFRATE
Così chiamato per via del suo scopritore dal nome sconosciuto ma dalla professione certa, era infatti un frate di origine europea che aveva scoperto la macchina del tempo ed era andato a fare una passeggiata nella preistoria; mentre passeggiava in riva ad un fiume venne raggiunto e superato da un drappello di ominidi dell’epoca della corsa.
Non potendosi fermare, a quell’epoca era estremamente pericoloso, gli ominidi si ricordarono ad ogni passaggio da quel posto che lì avevano incontrato un frate europeo che poi, nel tempo, divenne “eu-frate” per semplicità del loro ancora povero linguaggio.
IL FIUME GIALLO
Tutti potrebbero pensare che il colore del fiume ne determinasse il nome, invece il nome deriva da una altissima concentrazione di cultori della narrativa investigativa che fecero la loro prima convention mondiale in riva a questo fiume …
E’ l’acqua del fiume che col tempo si è fatta condizionare da quel appuntamento che puntualmente si ripetè per anni.
Gli esperti (che noi citiamo solo per dovere professionale e di alto senso democratico … perché altrimenti non dovremmo neppure farci caso) danno credito ad una leggenda raccolta fra i pettegolezzi delle fonti anali che narra di un gigante (forse un ghiacciaio dell’età della corsa ???) che soffriva di litterizia e usava farsi enormi salassi di sangue giallo che versava copiosamente a valle creando il fiume di cui stiamo parlando. Vorrei solo fare notare che, a patto di sostenere che il gigante sia tuttora vivo e vegeto e continua a farsi i salassi, non si spiega come mai il fiume continua a scorrere copiosamente. Gli esperti, inoltre, fanno risalire la crescita dei primi limoni proprio in riva a questo fiume (è forse l’unica notizia a cui potremmo distrattamente dare un minimo di credito).
L’INDO
Il suo nome è il frutto di una deformazione professionale del suo scopritore che, appassionato di lirica, trovò il rumore del fiume vagamente riproducente un’aria in Do Maggiore. Per sua sfortuna, però, egli era solo un soldato semplice e per essere conseguente e disciplinato fu costretto a togliere il maggiore.
Siamo quindi pronti, nei prossimi articoli, a farci coinvolgere dalle antiche civiltà che si aprono alle nostre menti, ai nostri sogni e ai nostri incubi … senza che ce ne vogliano a male anche a sorriderci sopra con discreta fantasia.