IL IV MILLENNIO a.C.

Stonehenge Età Della Pietra - Foto gratis su Pixabay

Iniziamo il nostro lungo peregrinare dal IV millennio a.C. anche se dobbiamo lamentarci di un difetto congenito presente in tutte le fonti utilizzate e che denota una scarsa attenzione e precisione nella collocazione degli eventi in senso temporale.

In questi primi secoli della storia le date esatte sono una pia illusione e questo innervosisce enormemente, sarebbe bastato un poco più di attenzione ed educazione verso il prossimo, per esempio inserendo sui documenti una data e tutto sarebbe risultato più semplice,  invece chiunque scriveva , lasciava lì… senza indicazioni … tanto qualcuno che butterà via del tempo a decifrare lo si trova sempre, perciò:

Lezione numero uno (lesson one) … Quando intendete scrivere qualcosa, per favore, datatela, metteteci un riferimento, fate qualcosa, non lasciate tutto anonimo … fatelo per pietà di noi viaggiatori della storia che altrimenti rischiamo davvero di dare i numeri a caso, almeno per quelli che verranno dopo di me, sempre che ce ne saranno altri pazzi simili …

Bando alle premesse e iniziamo questo travolgente percorso storico.

Intorno al 3200 a.C. si evidenziarono le prime differenziazioni fra il nord ed il sud; Che nessuno si stupisca che il problema è così antico.

Siamo nella valle del Nilo e succede che alcune fattorie del nord pensarono bene di unirsi in una cooperativa agricola, per meglio far funzionare le sinergie delle loro coltivazioni e tentare di esportare i loro prodotti; inoltre l’unione consentì di eleggere un… un… “tipo l’uomo del monte…” che di volta in volta decideva quale coltura o allevamento fosse più opportuno e questo fu molto utile per standardizzare e industrializzare la produzione, ma fu un disastro quando l’uomo di turno sbagliava indicazione; infatti il ruolo era da considerarsi stagionale e un soggetto poteva durava non più di due o tre stagioni, perché è statisticamente difficile azzeccare quattro stagioni di fila e difficilmente di fronte alla prima stagione dannata egli sopravviveva all’ira dei contadini.

A tale proposito il lettore è preparato e non si stupirà se nella storia vi troverà, spesso, anni di carestia e anni d’abbondanza.

Quando la notizia si sparse a sud della valle, anche laggiù non vollero essere da meno e iniziò in poco tempo un tumulto d’opinione che fece unire tutti i camping del sud in un unico villaggio semovente dove una sorta di antenato di una agenzia di viaggio o pro loco stabiliva le collocazioni e i movimenti dei vari camping in funzione delle previsioni delle piene dei fiumi adiacenti.

Queste previsioni erano oltre modo impossibili, data la natura capricciosa e poco collaborativa del fiume, così da determinare  sciagure e annegamenti con conseguente sparizione di camping. 

L’astuzia degli indigeni nel creare questo capo federazione fu immensa, perché provarono finalmente il  capro espiatorio del loro status di sfortunati. 

Grazie a questa astuzia essi non avevano risolto il problema, ma annegando di volta in volta il capo federazione, essi si sentivano psicologicamente sollevati e non intimoriti dallo sviluppo del nord. 

Da qui la considerazione prettamente meridionalistica che la colpa è sempre dello stato. 

In comune, gli abitanti del nord e del sud avevano maturato la cultura dell’autolesionismo statale, che faceva di più soggetti un unico ente con a capo qualcuno che faceva sbagliare tutti insieme.

Inoltre avevano in comune il cinico perseverare nella scelta organizzativa e nel ricambiare frequentemente (oserei dire forzatamente) la loro classe dirigente il cui rinnovamento lo si poteva considerare automatico.

L’elemento essenziale alla evoluzione della storia in questo lasso di tempo era condizionato dalla presenza dei fiumi, infatti come vedremo nel prossimo articolo, tutti i principali nuclei di popoli nacquero nelle vicinanze di un fiume … ci faremo delle domande anche igieniche ma non solo.

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