
Mentre nella penisola Italica tutto scorre intorno alle prime peripezie della giovane Roma, nell’antica Grecia incontriamo la prode città di Sparta alle prese con i propri vicini Messeni con i quali intrapresero un contenzioso pesante, elegante allocuzione per non dire una guerra.
Nonostante il valoroso sforzo degli Spartani questi non riuscivano a venirne a capo nei confronti dei fieri Messeni e nonostante lo smisurato orgoglio di cui solo gli Spartani erano capaci, non potendo accettare di rimanere in bilico o senza esito favorevole in una guerra, loro malgrado si rivolsero verso la concorrente città di Atene chiedendo di mandargli un maestro di scuola militare che li potesse illuminare contro i loro nemici.
A quel tempo a Sparta era guidata da un Re, tale Teopompo, piuttosto pieno di sè, gradasso e che, dal nome, crediamo che il popolo Spartano lo ritenesse invincibile perchè pompato dagli Dei.
Atene, che non aveva certo interesse ad aiutare gli Spartani ma che per una questione di mera cortesia non poteva certo rifiutarsi di dare loro un’aiuto, altrimenti gli Spartani l’avrebbero presa male e conoscendo la loro natura irruenta avrebbero potuto reagire in modo poco pacifico e Atene non aveva voglia di iniziare uno scontro con gli Spartani.
Perciò decisero di inviare un uomo, di nome Tirto, forse anche nell’intento di liberarsene e prendere due piccioni con una fava, in ogni caso lo spedirono a Sparta.
Quando gli Spartani lo videro entrare in città, rimasero sgomenti, egli, infatti, era un omino gracile, zoppo e deforme, nulla a che vedere con un capitano di ventura militare o un valente maestro di scuola militare.
Al momento pensarono che gli Ateniesi si fossero presi gioco di loro ma quando costui si presentò ufficialmente, il suo modo di parlare, epico, poetico e zeppo di rimandi olimpici di Dei e di veggenze, conquistarono i cuori dei valorosi guerrieri Spartani che lo accolsero come loro vate.
Costui amava anche cantare e certe canzoni poetiche con rimandi valorosi divennero la colonna sonora degli Spartani in battaglia.
Tirte, in fondo era l’essenza stessa dei valori Spartani e seppur inutile nel fisico, egli fu utilissimo per la mente.
Grazie all’impulso poetico ed epico nonchè alle canzoni battagliere di Tirto, La prima guerra messenica fu così vinta da Sparta guidata dal suo Re Teopompo che prese Tirto come suo consigliere privato fra lo stupore degli Ateniesi che informati di tale successo si morsero le mani per non averlo sfruttato in patria.