
Negli ultimi anni, rispetto ai nostri racconti, gli Assiri e i loro Re non godevano di grande considerazione in quanto assai monotoni e intenti a dar battaglia per ogni cosa e ansiosi di menare le mani con i popoli vicini, peraltro senza costrutto, in fondo sembrava che non sapessero fare altro … una noia!
Inoltre tutto questo desiderio e impulso di prendersela con i vicini non portava neppure a dei risultati particolarmente apprezzabili.
Finalmente, però, dalla noia e dal torpore arrivò questo Re che, pur attenendosi con grande rispetto e dedizione alla tradizione, continuò a fare botte a destra e manca, però, stavolta, cercò di ottenere da questo vizio innato dei risultati apprezzabili nel tempo ma anche visibili agli occhi dei contemporanei e a quello, sempre un po’ distratto, degli storici.
Del resto era un tipo che soffriva ad essere considerato Re di un popolo rissoso ma inconcludente.
Certamente potrà sembrare triste dover passare alla storia solo perché a forza di litigare e fare a botte, una battaglia tira l’altra, finì per conquistare tutta la Mesopotamia arrivando fino al Libano, incorporandolo nel suo impero.
Fu brutale con coloro che furono battuti nelle sue battaglie e la sua crudeltà aumentava sapendo che questo era un metodo efficace per essere preso sul serio.
I popoli battuti e catturati nelle sue battaglie furono ridotti in schiavitù, pratica non certo nuova e praticata da tutti i regnanti dell’epoca, eppure la sua interpretazione doveva essere stata piuttosto unica se diventò un tratto riconoscibile e distintivo del suo modo di regnare.
Inoltre utilizzò gli schiavi per costruire la nuova capitale del regno, Nimrud, che probabilmente, tradotto, voleva dire questo non è un rudere.
Consapevole che la sua fama non era delle migliori, fece abbellire la nuova capitale di imponenti monumenti, ma tutto ciò ebbe un costo, non tanto per la manodopera possiamo dire spontaneamente gratuita ma di tutto il materiale occorrente.
Perciò dovette aumentare enormemente le tasse ai Babilonesi, Aramei, Fenici e perfino agli Achei di Cipro. Modalità non proprio originale che gli alienò anche i pochi fans rimasti
Alla sua morte Gli successe il figlio Salmanassar III e, non occorre sottolinearlo, furono in molti ad esserne contenti.
Posso immaginare i festeggiamenti in Mesopotamia e altrove, a una simile notizia!
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