
Da un po’ di tempo abbiamo trascurato le vicissitudini di alcuni popoli che nel corso degli ultimi secoli narrati sembravano scomparsi ma che in realtà giacevano sotto la cenere come brace.
Questo è il caso dei Fenici, in particolare della famosa città di Tiro, che da secoli erano soggiogati da altri popoli e perciò non erano più riconoscibili per la loro peculiarità di essere “felici” ma anzi sembravano tristi e depressi anche perchè non potevano neppure praticare i loro sport preferiti che, come abbiamo raccontato ormai molto tempo fa, immaginiamo fossero il tiro a segno e alla fune.
Privati delle loro innate tradizioni, nonchè privati anche della possibilità di …. tirare altro, considerato che non riuscivano più a combinare granchè tirando solo le pietre ai loro invasori, decisero di iniziare ad intraprendere un viaggio per mare e loro erano dei grandi navigatori, alfine di trovare una terra per continuare ad essere “felici” , una sorta di terra promessa o paradiso terrestre che per altro era l’ambizione di moda in quel periodo per vari popoli dell’area come gli Ebrei.
Ci si potrebbe domandare perchè non siano andati in Egitto ma, come abbiamo di recente fatto notare, in Egitto non tirava una bella aria, infatti continua la separazione del regno dove ormai il faraone Ramesse XI governa una sola parte mentre nell’altra si instaura una nuova e alternativa dinastia reale.
Inoltre, con la morte di questo faraone finisce una dinastia e sale al trono un certo Smendes che cerca di collaborare con le altre parti dell’Egitto, oramai spezzato, ma nonostante un clima più disteso, di fatto il potente regno è irrimediabilmente dissolto e non era più considerato un regno alla avanguardia dove poter soggiornare, insomma non era più l’America dell’antichità.
I Fenici intrapresero questo viaggio senza alcuna meta anche perchè, nonostante avessero già navigato in passato per fini puramente commerciali, non volevano darsi un limite.
Navigarono tanto, ma così tanto, perché più lontano andavano e meglio sarebbe stato, che approdarono sulle coste dell’odierna spagna, terra, a dir loro, disabitata, ma sappiamo che ciò non era vero e che tale sensazione venne tramandata per fare invidia a coloro che non vollero partire.
Giunti su queste spiagge incontaminate, fondarono due colonie, le prime di una lunga serie, di nome Gadir e Utica.
Esperti e vagheggiatori sostengono che alcuni di loro andarono ben oltre, uscendo anche dal mediterraneo e circumnavigando l’africa o arrivando sulle coste dell’europa del nord, sull’isola britannica e oltre … come direbbe Buzz Lightyear.
Alcuni sostengono anche che arrivarono in America passando dalla groenlandia e questa tesi potrebbe avere le sue ragioni considerando il carattere felice degli Inuit (eschimesi) che un po’ ricordano gli spensierati Fenici “felici” della prima ora.