
Quando si dice in modo generico e un po’ prevenuto che la Cina si muove ci si riferisce a movimenti culturali o economici e nulla e nessuno ha mai pensato a un movimento di tipo logistico amministrativo.
A dispetto del tentativo di focalizzare ed egemonizzare la storia dell’umanità in un fazzoletto di terra corrispondente al medioriente, succede che nel lontano oriente, fra il silenzio universale, si viene a sapere che in questo periodo, siamo intorno al 1350 a.C. per il calendario occidentale anche se la data esatta non è certa, l’impero Shang, che ha il potere nell’area cinese, decide di spostare la capitale a Yinin, innescando un esodo o più propriamente un grande epocale trasloco nazionale.
Le ragioni profonde di questo enorme trasloco (in Cina tutte le cose o sono enormi o non si fanno) non sono note, anche perchè poco si conosce delle loro vicissitudini interne.
La dinastia Shang regnava sovrana e non si comprende quale fastidio potesse arrecare loro rimanendo nella vecchia capitale, ma come spesso accade, anche un granello di sabbia può compromettere un ingranaggio rodato (giusto per stare nella tradizione cinese dei proverbi).
Evidentemente la vecchia capitale era diventata poco ospitale e c’è chi dice fosse troppo dispersiva per gli addetti alla amministrazione che erano diventati lenti e le lungaggini amministrative offuscavano la luce che doveva risplendere sugli imperatori della dinastia regnante.
Altra ipotesi che viene sostenuta riguarda la voglia di cambiare aria da parte dell’imperatore che era stufo di vedere dalle sue finestre sempre lo stesso paesaggio.
Ma se delle paturnie dell’imperatore si può tranquillamente discutere non è la stessa cosa quello che presumibilmente è accaduto fra i numerosi addetti e dipendenti della amministrazione che si son visti costretti, da un momento all’altro, a fare i bagagli con le proprie famiglie e trasferirsi nella nuova capitale.
Pochi si possono immaginare l’enorme mole di beni e persone che ha comportato questo trasloco ma così andavano le cose anche nel lontano oriente, in fondo tutto il mondo è paese.