
Mentre osserviamo le gesta mitiche e leggendarie del faraone di turno, Thutmose III, nella Babilonia regna, peraltro già da un po’ di tempo, un popolo considerato barbaro che sembra originario dei monti dell’Iran e sul quale vale la pena soffermarci per le sue interessanti caratteristiche somatiche.
Il popolo Cassita parla la stessa lingua in voga in quel territorio, l’Accadico, e ne assorbe tutte le virtù, gli usi e i costumi della popolazione autoctona, sembra non abbiano una loro peculiarità tranne l’introduzione di monumenti in pietra posti ai confini del loro regno, una sorta di barriera doganale e di avviso agli stranieri per chiarire e delimitare la loro giurisdizione sul territorio, cosa non frequente a quel tempo.
Tali monumenti erano chiamati Kuddur che, in mancanza di una traduzione di significato sostenibile, potrebbe significare “altolà”.
fin qui è la sintetica realtà di quanto sappiamo ma nel nostro spirito sorridente e libero, sarà per il nome che si presta o per la nostra inqualificabile fantasia, abbiamo immaginato altri tratti meno scientifici ma che ci consentono di sorriderci un po’ sopra.
Perciò possiamo aggiungere che tale popolazione passa alla storia con il nome di Cassiti, così denominati perché pare adorassero il dio Casso… rappresentato da un enorme pene stilizzato, segno di fertilità, ma anche di usi e costumi abbastanza libertini che segnarono nel tempo la concezione stessa della città di Babilonia come un enorme bordello (qui sta l’aggancio alla realtà biblica)
Somaticamente essi avevano effettivamente dei “bassifondi” importanti e ne avevano molta cura inserendo l’igiene intima fra le pratiche quotidiane che erano assai poco conosciute in questo periodo.
Era anche un popolo che non prestava molta attenzione agli altri vicini o agli avvenimenti che gli accadevano intorno, dando l’impressione di un popolo che non gli fregava nulla di niente e perciò nacque l’interlocuzione lessicale che, se a uno non frega niente, si dice che non gliene frega un casso.
Abbiate pazienza e concedeteci questa licenza narrativa poco convenzionale e decisamente poco storica ma l’ambiguità dettata dal nome di questo popolo era troppo irresistibile per passarci sopra in silenzio … in ogni caso la colpa è degli esperti che avrebbero potuto dargli un nome diverso!