LA RUOTA

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Nel tentativo esasperato di superarsi vicendevolmente, gli omini scoprirono un mezzo che, più di ogni altro, poteva esprimere e rappresentare tale idea: LA RUOTA.   

Fu in occasione di una gita in montagna organizzata da un gruppo del Club Alpino Sinai che un omino, facendo peso su un grosso masso lo fece rotolare a valle rimanendovi attaccato.

In quell’età dedita alla dimostrazione della superiorità ad ogni costo, altri omini, non volendo arrivare per ultimi a valle, fecero altrettanto con alterna fortuna.

Fra tutti si distinsero alcuni che riuscirono addirittura a rimanere in piedi al masso mentre questi rotolava a valle.

Sembra che questi arditi pionieri dell’equilibrismo si chiamassero Agnelli e Ford seguiti da Daimler e Peugeot che arrivarono un po’ dopo accompagnati dall’inseparabile amico Diesel.

Fu un vero disastro!!!

Da quel giorno un nugolo di omini presero a scorrazzare per il mondo sopra massi di svariate dimensioni e si dovette creare la patente con tanto di scuole guida per evitare valanghe e smottamenti.

Per gli indisciplinati si adottarono le famigerate multe e per i recidivi si organizzarono dei gran premi, nacquero i semafori e i massi vennero dotati di optional come l’ABS, il ventaglio automatico, vennero anche colorati e ci fu chi, non soddisfatto imparò ad usare due massi insieme e poi altri ne usarono tre e altri ancora quattro ed infine nacque il RC (ruota club), ovvero il MASSO CLUB antenato dell’Automobil Club, ma non ci volle molto tempo perché tutto questo potesse generare lo smog e di conseguenza Greenpeace, gli ecologisti e l’asfalto.

Se pensiamo che tutto questo ha avuto origine da una apparentemente innocua gita in montagna, la conseguente riflessione ci porterebbe a dire che la montagna è pericolosa, ma non risolverebbe il problema  alla radice.

Infatti dopo tale invenzione il pressante invito è di restarvene tutti a casa vostra, cosa cavolo andate a zonzo.

E’ pur vero che l’età in cui è accaduto è quella del suicidio ma il rischio è quello di aver messo le basi per un futuro da età dell’omicidio.

*

Come ogni evoluzione che si rispetti anche questo periodo ha una sua fine pressoché naturale che prepara e definisce il periodo successivo, di norma segna anche una discontinuità con il periodo precedente, a volte persino l’opposto, nella ricerca di un equilibrio necessario per una crescita costante del genere umano.

Pertanto, nel prossimo articolo, iniziamo il periodo successivo con grande curiosità; Lo chiameremo “l’età della resistenza”.

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