
Nel 1500 a.C., mentre i cinesi si ritrovavano sommersi dai propri manufatti in ceramica, dall’altra parte del mondo, in Messico, una piccola tribù stava facendo la sua comparsa sulla scena della storia. Erano i Zapotechi, un popolo di contadini che si distinsero per il loro straordinario attaccamento al lavoro nei campi. Così affezionati erano a zappare la terra che la loro stessa denominazione rifletteva questa loro passione.
I Zapotechi erano un popolo incredibilmente laborioso, ma non erano particolarmente conosciuti per la loro raffinatezza. Tuttavia, avevano un innato senso dell’umorismo che permeava la loro vita quotidiana e che trasformava anche le attività più banali in momenti di ilarità. Se c’è una cosa che dovete sapere sui Zapotechi, è che amavano ridere.
La loro giornata tipica iniziava all’alba, quando il sole iniziava a far capolino all’orizzonte. I Zapotechi si svegliavano, prendevano la loro fedele zappa e si dirigevano verso i campi. Ma la giornata lavorativa non iniziava senza un rituale molto particolare. Prima di iniziare a zappare, ciascun lavoratore doveva raccontare una barzelletta. Non importava quanto fosse stupida o banale, l’importante era far ridere gli altri.
E così, mentre il sole sorgeva, i campi risuonavano di risate e scherzi. Si raccontavano barzellette su tutto, dai semi ai raccolti, dai vermi di terra ai corvi affamati. Ogni aspetto della vita agricola era un pretesto per un momento di ilarità. E, incredibilmente, questo rituale sembrava rendere il lavoro nei campi meno gravoso e più piacevole.
Ma l’umorismo dei Zapotechi non si limitava ai campi. Anche nelle loro case, nelle piazze del villaggio e nelle celebrazioni religiose, l’umorismo era sempre presente. Le cerimonie religiose, per esempio, erano spesso interrotte da momenti di ilarità inaspettata. Un sacerdote potrebbe interrompere un discorso sacro per raccontare una barzelletta, o un danzatore potrebbe eseguire un passo di danza buffo nel bel mezzo di un rituale sacro.
La vita dei Zapotechi, quindi, era pervasa da un senso di gioia e di ilarità. Ma nonostante la loro apparente mancanza di serietà, erano un popolo incredibilmente laborioso e produttivo. I loro campi erano sempre ben curati, e i loro raccolti abbondanti. La loro filosofia era semplice: la vita è dura, ma non c’è motivo per non riderci su.
E così, nel 1500 a.C., mentre il resto del mondo era impegnato nelle sue grandi imprese, i Zapotechi se ne stavano nei loro campi, zappando la terra e ridendo di gusto. Forse non hanno cambiato il corso della storia o costruito grandi imperi, ma hanno sicuramente lasciato un segno indelebile nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerli. Perché, in fondo, la storia non è fatta solo di grandi eventi e di grandi personaggi. È fatta anche di piccole storie, di piccoli popoli, che con il loro umorismo e la loro laboriosità ci ricordano che la vita, nonostante tutto, può essere una cosa meravigliosa.