GlI ANTICHI MON IN BIRMANIA

Una volta, nel lontano 1500 a.C., c’era una popolazione molto particolare che viveva nelle pianure fiumose della Birmania. Si chiamavano i Mon, e avevano una singolare abitudine: amavano guardare la luna. Così tanto, infatti, che si erano abituati a un ritmo di vita tutto loro, rimanendo svegli tutta la notte e dormendo durante il giorno. Questo strano comportamento, naturalmente, non mancava di suscitare curiosità e, talvolta, ilarità tra le popolazioni vicine.

I Mon non erano un popolo di astrologi, né di sognatori. Non era per una particolare venerazione nei confronti della luna che restavano svegli tutta la notte. La verità era molto più semplice: adoravano il bagliore argentato della luna che illuminava la terra nella notte, la freschezza dell’aria notturna, il canto dei grilli e l’assenza di calore soffocante tipico delle giornate birmane.

Il risultato di questa routine notturna era che durante il giorno, quando il sole sorgeva alto nel cielo, la maggior parte dei Mon dormiva. Le case erano silenziose, le strade erano vuote, e l’intera popolazione sembrava scomparsa. I visitatori diurni potevano essere perdonati per aver pensato che si fossero imbattuti in una città fantasma.

La notte, però, era un’altra storia. Non appena il sole tramontava e la luna sorgeva nel cielo, i Mon si svegliavano. Le luci si accendevano nelle case, le strade si animavano, e la popolazione usciva per iniziare la giornata. Era come se una città addormentata si fosse risvegliata all’improvviso, trasformandosi in un vivace centro di attività.

La vita notturna dei Mon era un affascinante spettacolo di colori, suoni e profumi. I mercati notturni erano pieni di banchetti che vendevano frutta fresca, verdura e pesce appena pescato. I bambini giocavano per le strade sotto la luce della luna, e gli adulti si radunavano per raccontare storie e condividere notizie.

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