
Come ogni grande storia che si rispetti anche per Roma è venuto il momento dove si tirano fuori le unghie e si fa valere la legge del più forte e se il mito ha una logica, allora non poteva andare diversamente, perchè la prima vera guerra di Roma avviene per le donne, come per Troia anche se le cose andranno diversamente.
Infatti lo scontro con i Sabini non poteva essere evitato dopo il famoso furto delle donne messo a segno dai Romani nei loro confronti; Ora i Sabini rimasti senza donne che altro potevano fare se non la guerra.
Lo scontro avvenne ai piedi dei colli Campidoglio e Palatino, dove, in futuro, sorgerà il foro romano.
I due comandanti che si fronteggiarono furono Mezio Curzio per i Sabini e Ostio Ostilio per i romani, un bestemmiatore incallito, non che questo sia importante se non per ricordare che durante la battaglia fu il comandante romano a morire e sembrava che la guerra volgesse a favore dei Sabini, ma Romolo, vedendo il corso della battaglia, decise di scendere personalmente in campo e iniziò a sbaragliare con veemenza le fila dei Sabini.
Fu allora che le fanciulle rapite, che fino a quel momento se ne stavano in terrazza a vedere lo spettacolo, realizzarono quanto stava accadendo e intervennero per dividere i rivali, in fondo da una parte vi erano i mariti, dall’altra vi erano i padri e i fratelli…, perciò pensarono che in ogni caso i loro figli sarebbero stati o orfani o senza zii e nonni.
Le parti in guerra si commossero da tale atto di coraggio e fecero la pace, unendo i due popoli in un unico regno gestito, insieme, da Romolo e Tito Tazio Re dei Sabini.
Qualche anno dopo, però, tal Tazio o Tito che dir si voglia, fu misteriosamente ucciso e Romolo rimase l’unico regnante.
Ci pare alquanto strana la misteriosa e provvidenziale morte del Re Sabino, per mano sconosciuta e a cui non seguì alcuna indagine apparente, ma tant’è a Roma dovremo abituarci a registrare questi fatti oscuri.
Poi, perché chiamarli oscuri, in fondo erano affari loro.
Romolo continuò a prendersela con i popoli vicini e conquistò prima Medullia e poi Fidene, città vicine inutili e indegne e che, fra l’altro, non erano state razziate dalle donne nel famoso ratto narrato poc’anzi.
Il fatto è che, ormai, ci aveva preso gusto ad attaccar briga con i popoli vicini e, non sazio, finì per conquistare anche la città di Cameria ed infine sconfisse anche la potente città etrusca di Veio.
Quando uno inizia a fare una cosa e gli viene bene non ha voglia di smettere ma anzi di continuare… così è la vita, così è la storia.
un “bravo” alle Sabine, per il loro intervento, meno bravi a Roma nel caso del Re fatto fuori, chissà da chi..ma come è stato detto, non rimase l’unica volta…
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Da tempo oramai credo che la storia del Ratto delle Sabine” nasconda un bel stupro di massa durante la guerra e dopo la vittoria, tipo My Lai o Nankino (mutatis mutandis)
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