
Abbiamo già avuto modo di parlare del prode Enea che fuggendo da Troia sbarca in Italia. Ecco che a questo punto possiamo concentrarci sulla leggenda di Enea in Italia.
Diciamo leggenda per permetterci di raccontare liberamente ma non scarterei a priori che molto di ciò che andiamo narrando sia davvero accaduto.
Perciò ecco che arriva il prode Enea, sbarca, si guarda intorno, gli piace il clima, gli piace il cibo e allora decide di stabilirsi in zona.
Non è chiaro se lui sapesse dove si trovava ma noi sappiamo che era sbarcato sulle spiagge del lazio, in Italia; perciò, visto che si trovava bene, si colloca da quelle parti, fondando una propria città.
Il Re degli Aborigeni di quel tempo, un certo Latino, venuto a sapere di questo illustre straniero arrivato nella sua zona, volle tenerselo buono, (in fondo erano popolazioni pacifiche) anche perché era preceduto da una fama piuttosto guerreggiante.
Perciò, visto che girava voce che i troiani erano famosi nel portarsi via le donne d’altri, volle prevenire tale situazione e gli diede in sposa la figlia di nome Lavinia. Enea gradì tale dono e per dimostrarlo, in onore della sua sposa, chiamò la sua nuova città, appunto, Lavinia.
Enea, però, non era fortunato con le donne, infatti, come ricorderete, per colpa di Elena, perse la sua città e ora si trova come sposa Lavinia, senza che lo avvertissero che, precedentemente, era stata promessa in sposa a Turno, Re dei Rutuli, personaggio strano, di un popolo strano, dedito a turno nel rotolarsi per terra.
Tutto considerato era comprensibile che il Re Latino avesse preferito Enea a quello sporcaccione, ma così non la pensava Turno che, arrabbiato, chiese all’alleato etrusco Mesenzio di aiutarlo a spazzare via questi stranieri e ne scaturì un conflitto, stavolta, vinto da Enea, che era ormai esperto in siffatte situazioni e che durante il quale sia Turno che Latino muoiono.
Enea, quindi, vincitore, assume il comando anche degli Aborigeni e da quel momento nasce un unico popolo che vennero comunemente chiamati Latini, in onore del suocero scomparso.
Alla morte di Enea, perché anche gli eroi muoiono, il trono passa al figlio Ascanio che volle allargarsi ulteriormente e fondò un’altra città con il nome di Alba Longa.