FU HAO E WU DING: COPPIA REALE

Nel grande e misterioso palcoscenico della storia cinese, c’è una coppia che meriterebbe una miniserie su Netflix, con almeno tre stagioni, due spin-off e una docuserie dove archeologi moderni si fanno domande tipo “ma come faceva a comandare un esercito e a organizzare anche i sacrifici rituali senza impazzire?” Stiamo parlando di Wu Ding e Fu Hao, una coppia reale dell’epoca Shang, vissuta circa nel 1200 a.C., un’epoca in cui se ti dimenticavi un’offerta agli antenati, ti ritrovavi fulminato dal karma prima ancora di finire il tè del mattino.

Wu Ding era il re. Il capo. Il tizio con la corona (ok, forse più una specie di copricapo in bronzo con inserti spiritici, ma il concetto è quello). Uno che si svegliava la mattina con una sola preoccupazione: consultare gli oracoli ossei per sapere se era il giorno giusto per dichiarare guerra, comprare un cavallo o festeggiare la pioggia. I suoi consiglieri gli portavano scapole di bue e gusci di tartaruga incisi, li scaldavano fino a farli crepare, e poi leggeva le crepe come se fossero oroscopi lunari fatti da un astrologo impazzito con il feticismo per gli animali da cortile.

Poi c’è Fu Hao. Moglie, sì, ma non una di quelle che si limitava a ricamare le preghiere del giorno sul lino. No. Lei era generale, sacerdotessa, proprietaria di mezza provincia e, a giudicare dai ritrovamenti, collezionista compulsiva di bronzi rituali e asce da battaglia. Una multitasker che avrebbe fatto impallidire anche Imhotep. Quando gli archeologi scoprirono la sua tomba intatta a Anyang negli anni ’70, ci trovarono più roba che in un intero centro commerciale: armi, vasellame, giade, campane rituali e, sorpresa!, un gruppo di 16 scheletri di servi sepolti con lei, probabilmente non troppo entusiasti del viaggio. Il tutto con la stessa sobrietà di una principessa pop star orientale. Fu Hao era così potente che, all’interno della corte Shang, il suo nome compariva in più ossi oracolari di quanto tu abbia foto del tuo gatto nel telefono. E non era per gossip, ma perché Wu Ding, il marito, la consultava per tutto: guerre, sacrifici, il meteo, le tendenze in bronzistica rituale.

Ora, immaginate il ménage domestico. Siamo nel 1200 a.C., in un palazzo pieno di tamburi, incensieri, generali in armatura e maghi con tartarughe: Wu Ding si sveglia, guarda fuori e dice “Cara, oggi consultiamo gli spiriti per decidere se invadere i Qiangfang?” E Fu Hao, già in uniforme e con la spada affilata, risponde: “Io li ho consultati ieri. Ho già vinto.” Fine della consultazione. Lei comandava eserciti di migliaia di uomini, in un’epoca in cui alla donna media si chiedeva al massimo di non morire di parto. Ma Fu Hao no. Fu Hao esce, schiera le truppe, guida la carica e torna a casa per presiedere un sacrificio rituale con precisione da regista teatrale.

Tra le chicche più assurde: il suo nome appare su più di 200 ossi oracolari, dove viene spesso citata come “colei che sconfigge i nemici”, “guida delle truppe”, o semplicemente “la tipa che se la chiami in battaglia, ti fa vincere”. E quando morì, Wu Ding, che pure aveva un harem grande come un centro congressi, ordinò una tomba monumentale, sacrifici multipli e una collezione di bronzi talmente ampia che oggi fa impallidire anche il Louvre.

E cosa troviamo lì dentro? Armi? Ovvio. Campane in bronzo? Certamente. Specchi? Sì, che anche in battaglia bisogna guardarsi un attimo prima di entrare in scena. Ma soprattutto: rispetto. Immenso, sacro, incastonato in ogni oggetto, in ogni osso inciso, in ogni servo sepolto con lei. E pensare che alcuni storici per anni pensavano che Fu Hao fosse solo un titolo onorifico, tipo “Comandante della Buona Sorte” o “Signora dell’Ovest al Tramonto con Poteri”, finché qualcuno non aprì la tomba e disse: “Ehm, ragazzi, è proprio lei.”

Oggi potremmo dire che Fu Hao fu la Beyoncé della dinastia Shang, ma con più spade e meno coreografie (anche se, conoscendola, pure quelle le avrebbe fatte con grazia e potere). Una donna che governava uomini, spiriti e rituali con la stessa facilità con cui noi governiamo il telecomando – e spesso con più successo.

Wu Ding e Fu Hao, insieme, erano il potere che dorme e il potere che combatte. La dinastia Shang non avrebbe potuto desiderare una coppia più spaventosamente efficiente. E noi, oggi, possiamo solo ammirarli con un misto di soggezione, incredulità e un lieve senso di colpa per aver saltato anche questa settimana la lezione di yoga.

Fu Hao non solo ha guidato eserciti: ha guidato la storia. E lo ha fatto in bronzo, a colpi di spada e con il sorriso, probabilmente, di chi sa che anche i posteri dovranno ammettere: sì, era la vera regina.

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