Enmebaragesi, il Primo Influencer della Storia Sumerica

Se pensate che il primo influencer della storia fosse un Kardashian, vi sbagliate di grosso. Torniamo indietro nel tempo, precisamente al 2900 aC, per incontrare l’uomo che ha portato il concetto di “regalità” al prossimo livello: Enmebaragesi , re di Kish, il primo VIP a comparire sulla lista reale sumerica con tanto di prove archeologiche! Un vero precursore del “metti nero su bianco” per la propria fama.

Enmebaragesi non era solo un re: era un brand . Governò Kish con il carisma di un manager di startup, trasformando una città che probabilmente era famosa solo per le capre in un colosso della Mesopotamia settentrionale. Immaginate l’insegna: “Benvenuti a Kish, patria del primo re vero certificato da archeologi (nessun fake qui!)”.

Sì, perché mentre altri re sumeri venivano citati in testi che suonavano più come favole di Esopo – “E allora il re X regnò per 28.000 anni!” – Enmebaragesi è l’equivalente antico di un profilo LinkedIn verificato. “Campagne militari? Fatto. Supremazia regionale? Fatto. Lasciato tracce scritte per futuri archeologi? Fatto.” Questo re aveva tutto sotto controllo.

Conosciuto per le sue campagne militari, Enmebaragesi si lanciò nella conquista della Mesopotamia settentrionale con la determinazione di un giocatore di Risk che vuole vincere a tutti i costi. Leggenda narra che, al termine di ogni battaglia, i nemici si arrendevano non tanto per la superiorità militare, ma perché lui parlava in modo così pomposo da stordirli. Immagina il discorso:

“Io, Enmebaragesi, re di Kish, padrone delle zanzare di questa palude e del sole cocente, dichiaro che il vostro territorio è ora mio!”

I cronisti di corte annotavano tutto con precisione, lasciando iscrizioni su tavolette che oggi potrebbero considerare i primi post sponsorizzati : “Kish – Dove il potere regna sovrano (TM)”.

Kish sotto Enmebaragesi era il centro del mondo. O almeno così lo dichiarava lui. Aveva un team di scribi – probabilmente l’antenato degli addetti stampa – che si occupava di divulgare la narrativa: Kish era il primo tra gli uguali, il luogo dove tutto succedeva, il centro dell’universo.

Eppure, ci piace pensare che qualche abitante delle città rivali, come Uruk o Lagash, alzasse un sopracciglio e mormorasse qualcosa tipo: “Sì, certo, Kish. Lì hanno un paio di templi e un mercato. Grande cosa.”

Se oggi ci sono monumenti dedicati a Enmebaragesi (o almeno resti che confermano la sua esistenza), è perché il nostro eroe sapeva giocare sul lungo termine. Mentre altri si preoccupavano solo di vivere nel lusso, lui pensava al futuro: “Lasciate che scrivano il mio nome su queste tavolette. Gli archeologi tra 5000 anni ameranno questa roba.”

Ed eccoci qui, 5000 anni dopo, a celebrare un re che sapeva come lasciare il segno. Certo, non aveva TikTok, ma è riuscito comunque a diventare virale nel modo più sumerico possibile: con iscrizioni su argilla cotta. Altro che hashtag.

Forse il suo contributo più grande è stato dimostrare che un buon PR è tutto. Se oggi sappiamo di lui, è perché si assicurò che la sua storia fosse raccontata e, soprattutto, verificabile. Quindi, la prossima volta che qualcuno dice “Non credo che tu sia così importante”, risponde: “Chiedilo a Enmebaragesi di Kish, il primo vero influencer della storia.”

Un brindisi – o meglio, un bicchiere d’acqua sporca di fiume – a Enmebaragesi, il re che dimostra che con un buon storytelling si può conquistare tutto, persino il tempo.

Lascia un commento