
“Una storia di amore, di potere e di intrighi politici!” Ecco come il vecchio scriba avrebbe potuto intitolare il racconto che sto per narrarvi. È la storia di Artatama I, sovrano di Mitanni, il Marlon Brando del XIV secolo a.C., senza l’accento italiano e l’amore per le spaghettonate.
Le notizie su questo sovrano sono poche, un po’ come quelle su quel tuo vecchio compagno di scuola di cui hai perso le tracce. Non sai molto di lui, tranne che è diventato un ricco imprenditore e ogni tanto compare su Instagram in compagnia di un celebre attore. Ecco, Artatama era un po’ così, ma al posto dell’attore, aveva una figlia, forse di nome Mutemweye.
Artatama inviò la sua dolce Mutemweye (di cui non siamo sicuri del nome e neppure se fosse dolce, ma andiamo avanti come se lo fosse) in matrimonio al sovrano egizio Thutmose IV.
Thutmose IV era un po’ il Brad Pitt dell’antico Egitto, senza le performance in Fight Club e la predilezione per le patatine fritte.
Questo matrimonio tra la figlia del Re Artatama e il Re Thutmose era come il Royal Wedding dell’epoca, solo che senza cappelli ridicoli e con più incensi. Questo evento segnò l’inizio di una gloriosa alleanza tra il regno di Mitanni e l’impero egizio, un po’ come un matrimonio combinato tra due ricche famiglie dell’alta società.
I successori di Artatama, Shuttarna II e Tushratta, seguirono l’esempio del loro predecessore, inviando anch’essi le loro figlie come spose di Amenhotep III.
Amenhotep III era un po’ il Leonardo DiCaprio dell’antico Egitto, senza la preoccupazione per l’ambiente e la predilezione per i super modelli.
Ma, ahimè, non ci è dato sapere come è finita questa storia d’amore tra le due dinastie. È come quel film che ti ha tenuto incollato allo schermo per due ore, solo per farti dire alla fine: “Continuerà…”. Così, amici miei, anche se il destino finale di questi personaggi rimane un mistero, una cosa è certa: essi ci hanno lasciato un racconto affascinante di politica, potere e matrimonio reale, da rivalutare alla luce del XIV secolo a.C.