
Se pensate che la vita nei palazzi del faraone sia fatta solo di pigri pomeriggi al sole, banchetti sontuosi e lunghe passeggiate lungo il Nilo, siete molto lontani dal vero. I palazzi del faraone erano più simili a un nido di vipere, con intrighi a ogni angolo e la costante paura di un morso velenoso.
Thutmose II, in particolare, aveva una vita da faraone complicata, piena di complotti di palazzo, alleanze fragili e nemici nascosti. Ogni giornata era una partita a scacchi, e lui era il re in un tabellone pieno di regine. Doveva fare i conti con ambiziosi cortigiani, fedeli servitori con lealtà vacillanti e, naturalmente, la sua indomabile moglie Hatshepsut, che considerava il regno come il suo personale giardino.
E poi c’erano le donne del faraone, un gruppo di figure potenti e manipolatrici che si muovevano tra le ombre, intrecciando trame e complotti con la stessa facilità con cui si tessevano i tappeti. Queste donne erano abili, furbe e ciniche, e avevano un talento naturale per l’arte della manipolazione politica. E anche se potrebbero non essere sicure della loro bellezza, non tutte le mummie sono uguali, dopo tutto, non c’è dubbio sulla loro intelligenza e determinazione.
Ma Thutmose II non era solo un faraone preoccupato. Aveva anche una particolare morale che rendeva la sua vita ancora più complicata. Nonostante fosse sposato con Hatshepsut, si rifiutava di consumare il matrimonio, una scelta audace considerando la sua posizione. Alcuni dicono che aveva una sorta di rispetto fraterno per lei, mentre i maldicenti sostengono che lui ci provasse, ma era sempre respinto.
E così, mentre il palazzo del faraone era pieno di intrighi e sospetti, Thutmose II cercava conforto altrove. Trovò una concubina di nome Aset, con cui non aveva problemi a sdraiarsi, e con la quale ebbe il suo futuro erede al trono. Questa notizia non fece certo piacere a Hatshepsut, ma, come si suol dire, a palazzo le sorprese erano all’ordine del giorno.
Nel frattempo, Thutmose II, nonostante il suo aspetto gracile e i vari acciacchi, era costretto a partecipare a spedizioni militari. In parte, queste erano un modo per allontanarsi dal suo tumultuoso palazzo, e in parte, erano un modo per Hatshepsut di avere il palazzo tutto per sé. Quindi, mentre lui lottava sul campo di battaglia, lei regnava a casa. E così, nel palazzo del faraone, la vita continuava, un intricato gioco di potere, intrighi e sospetti, un dramma degno delle migliori telenovele. E forse, proprio come nelle telenovele, non si può mai prevedere cosa accadrà nel prossimo episodio.