
Nel frattempo, nella vicina Babilonia, saliva al trono Agum III, un sovrano la cui stravaganza divenne leggendaria. Soprannominato “l’appiccicoso”, Agum III era noto per il suo vizio di toccare e abbracciare tutti coloro con cui interagiva, rendendo i suoi interlocutori spesso imbarazzati e scomodi.
Il re aveva l’abitudine di usare un eccessivo quantitativo di gel su tutto il corpo, tanto che la sua pelle risultava perennemente untuosa e scivolosa. Si diceva che i membri della corte facessero a gara per evitare di essere coinvolti nelle sue effusioni appiccicose, inventando scuse e nascondendosi dietro le colonne del palazzo quando lo vedevano arrivare.
Nonostante la sua singolare fissazione, Agum III era un sovrano intelligente e capace, che sapeva usare il suo comportamento stravagante a proprio vantaggio. Ad esempio, durante i negoziati con gli ambasciatori stranieri, il re li abbracciava ripetutamente, facendo leva sull’imbarazzo e sul disagio dei suoi interlocutori per ottenere condizioni più favorevoli nei trattati diplomatici.
Una delle storie più divertenti riguardo Agum III narra di un episodio in cui il re, per celebrare un’importante vittoria militare, organizzò una grande festa a palazzo. Durante la serata, il sovrano ha invitato tutti i presenti a partecipare a un curioso ballo chiamato “la danza dell’appiccicoso”. I partecipanti devono coprirsi di gel e abbracciarsi a ritmo di musica, cercando di rimanere “attaccati” il più a lungo possibile. Si dice che, a dispetto dell’iniziale imbarazzo, la danza divenne presto un’occasione di allegria e divertimento per tutti i presenti.
La morte inaspettata di Agum III
La morte di Agum III, l’appiccicoso Re di Babilonia, avvenne in circostanze tanto bizzarre quanto la sua vita. Un giorno, mentre passava per i giardini del palazzo, il sovrano decise di godersi un momento di relax e di meditazione tra gli alberi e i fiori. Il re non poteva immaginare che questo gesto semplice e innocuo avrebbe segnato la fine della sua stravagante esistenza.
Mentre camminava tra gli alberi, Agum III inciampò su una radice sporgente, provocando una caduta che, in circostanze normali, sarebbe stata del tutto innocua. Tuttavia, a causa dell’abbondante strato di gel che copriva il suo corpo, il sovrano rimase incollato al terreno, incapace di liberarsi dalla sua appiccicosa trappola.
Si racconta che i giardinieri del palazzo, vedendo il loro re in difficoltà, tentarono in tutti i modi di aiutarlo, utilizzando scope, rami e persino pietre per cercare di staccarlo dal suolo. Tuttavia, ogni tentativo si rivelò vano, poiché il gel sembrava aver creato un legame indissolubile tra Agum III e la terra.
Nel frattempo, la notizia della sfortunata situazione del re si diffuse rapidamente tra i cortigiani e i sudditi, che si radunarono intorno al sovrano per offrire il loro sostegno e la loro solidarietà.
Incredibilmente, alcuni tra i presenti riuscirono a trovare il lato comico della situazione, e cominciarono a raccontare barzellette e aneddoti divertenti sulla vita e le stravaganze di Agum III, facendo sorridere il sovrano nonostante la sua tragica condizione.
Purtroppo, nonostante gli sforzi dei suoi sudditi e la sua indomita capacità di trovare il sorriso anche nelle situazioni più difficili, Agum III morì per asfissia, intrappolato nel suo appiccicoso abbraccio con la terra. La sua morte segnò la fine di un’epoca di stravaganza e bizzarria nella storia di Babilonia, ma delle sue eccentricità e del suo singolare senso dell’umorismo continuò a vivere nelle leggende e nelle storie che si ricordarono di generazione in generazione.