
Nel 1497 a.C., Atene fu la culla di uno dei re più bizzarri della storia antica. Questo re, noto come Anfizione, era un uomo che si distingueva per una caratteristica unica: affermava di non avere ambizioni.
La sua ascesa al trono fu un evento insolito. Dopo aver esiliato suo suocero, un eccentrico commerciante portoghese noto per la sua strana predilezione per il bacalhau, Anfizione si ritrovò, piuttosto inaspettatamente, a indossare la corona. Non che ci tenesse particolarmente a diventare re, a dire il vero. Come amava ripetere, lui era un uomo semplice, senza alcuna aspirazione al potere. Ma qualcuno doveva pur fare quel lavoro, no?
Sebbene Anfizione affermasse di non avere ambizioni, era noto per il suo singolare modo di governare. Per esempio, quando venne il momento di stabilire le tasse, fece tirare una moneta. “Testa, non ci saranno tasse quest’anno,” annunciò. “Croce, le tasse raddoppieranno.” E così, ogni anno, il popolo di Atene attendeva con ansia il risultato del lancio della moneta del re.
Anfizione aveva anche un modo particolare di gestire le questioni diplomatiche. Invece di lunghe e noiose negoziazioni, preferiva risolvere i problemi con una partita a morra cinese. Se vinceva, avrebbe ottenuto ciò che voleva. Se perdeva, si ritirava semplicemente. “Non ho ambizioni,” ripeteva. “Se vinco, bene. Se perdo, pazienza.”
Nonostante il suo atteggiamento apparentemente disinteressato, Anfizione divenne notoriamente un re amato dal suo popolo. Forse era il suo spirito tranquillo, o forse era la sua mancanza di ambizione, che lo rendeva così accattivante. In ogni caso, il suo regno fu ricordato come un periodo di pace e prosperità per Atene.
Il regno di Anfizione finì come era iniziato: in modo del tutto inaspettato. Un giorno, semplicemente si alzò dal trono, si tolse la corona e la posò sul pavimento. “Mi sa che ho finito,” disse. “Spero che il prossimo re sia altrettanto disinteressato al potere quanto lo ero io.”
E così, Anfizione lasciò la scena, lasciando dietro di sé un’eredità di tranquillità e una serie di aneddoti che sarebbero stati raccontati per generazioni. Sebbene si definisse un re senza ambizioni, aveva, senza volerlo, conquistato qualcosa di molto più prezioso: il cuore del suo popolo. E tutto questo, semplicemente essendo se stesso: un re senza ambizioni in un mondo pieno di aspiranti tiranni. Un’anomalia? Forse. Ma sicuramente, un’anomalia che vale la pena ricordare.