Kashtiliash III il casto Re di Babilonia

Nel caotico carosello di governanti e regni del 1500 a.C., c’era un uomo che risaltava non per il suo eroismo in battaglia, non per la sua saggezza nella guida del suo regno, ma per la sua stupefacente castità. Il suo nome era Kashtiliash III, e regnava sulla gloriosa città di Babilonia.

Per comprendere appieno l’eccezionalità della castità di Kashtiliash, dobbiamo prima fare un breve excursus sulla vita sessuale dei re di quel tempo. Si diceva che fosse abbastanza comune, in quei giorni, per un re avere una serie di concubine, e non era insolito per un re avere decine o addirittura centinaia di figli. Ma Kashtiliash III era diverso. Non solo non aveva una concubina, ma non aveva nemmeno una moglie. E di conseguenza, non aveva figli.

Ciò potrebbe non sembrare così sorprendente da un punto di vista moderno, ma all’epoca era quasi inaudito. La fertilità era considerata un segno di potere e di virilità, e un re senza figli era visto come un re debole. Ma Kashtiliash non sembrava preoccuparsene. Anzi, pareva quasi orgoglioso della sua castità.

E qui arriva la parte divertente della storia. Kashtiliash, si dice, era un uomo di grande umorismo. Amava raccontare barzellette e faceva sempre ridere la sua corte con i suoi aneddoti e le sue battute. E tra i suoi temi preferiti c’erano proprio la sua castità e la sua mancanza di figli.

“Avete sentito la notizia?” avrebbe esordito durante un banchetto reale. “Pare che il re di Assiria abbia avuto un altro figlio. Sembra che non abbia nient’altro da fare tutto il giorno!” E poi, guardando in giro la sala e vedendo i volti sorpresi dei suoi cortigiani, avrebbe aggiunto con un ghigno: “Beh, almeno io ho tempo per governare il mio regno!”

Oppure, durante una discussione sulle questioni di stato, avrebbe detto: “Vedo che tutti voi avete le mani piene con le vostre mogli e i vostri figli. Ma io, grazie agli dei, ho solo me stesso di cui preoccuparmi. E vi posso assicurare che è già abbastanza impegnativo!”  E così, con la sua arguzia e il suo spirito, Kashtiliash III riusciva a trasformare quella che avrebbe potuto essere vista come una debolezza in un motivo di orgoglio e di divertimento. E forse, nel farlo, ci ha lasciato una lezione preziosa. Non importa quanto possa sembrare strana o inusuale la nostra vita agli occhi degli altri. L’importante è che noi stessi siamo a nostro agio con chi siamo, e che siamo in grado di ridere di noi stessi. Perché, in fondo, chi può dire cosa è normale e cosa no? E chi può dire quale sia il vero segno della forza e del potere?

E così, nel ricordare Kashtiliash III, il casto re di Babilonia, ricordiamo non solo il suo regno e le sue imprese, ma anche il suo spirito e il suo senso dell’umorismo. Perché, come lui stesso avrebbe potuto dire: “Un re può avere mille concubine, ma se non può ridere di se stesso, allora davvero non ha niente.”

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